Imaging in cardiologia: come scegliere l’esame adatto?

18 Marzo 2020 By Il team di Cardiorisonanza.com
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Ecocardiografia, scintigrafia, cardio-TAC e RM cardiaca: nel tempo, l’elenco delle metodiche in grado di fornire immagini diagnostiche del cuore è divenuto particolarmente ricco. Ogni anno, nella sola Italia, sono decine di migliaia gli esami di imaging che vengono prescritti a pazienti con cardiopatia nota o sospetta.

Ciascuna metodica possiede caratteristiche peculiari in termini di proprietà diagnostiche e applicabilità nel singolo paziente, nonché un proprio specifico profilo di rischio (legato soprattutto all’eventuale impiego di radiazioni ionizzanti e/o di mezzo di contrasto). Tuttavia, anche per casi clinici non complessi, si finisce spesso con l’utilizzare due o più di queste indagini nello stesso paziente. Nella pratica clinica, non sempre gli esami di imaging vengono prescritti in maniera appropriata e questo sovraccarica non trascurabilmente i laboratori dedicati a questo tipo di test diagnostici.

In altri casi, invece, l’impiego combinato di più metodiche di imaging è opportuno, anzi: rappresenta l’unica strategia efficace nel fornire tutte le informazioni necessarie a garantire il corretto inquadramento di quel tipo di paziente. La gestione adeguata della fase diagnostica in cardiologia, ovviamente, si traduce in un’ottimizzazione nella gestione delle risorse impiegate da parte del sistema sanitario.

Un documento di consenso approntato in maniera congiunta dalle comunità scientifiche dei medici cardiologi e radiologi italiani ha recentemente tracciato una mappa chiara dei diversi contesti clinici in cui queste metodiche devono trovare applicazione, quando esclusiva e quando in combinazione.

Il cardiologo clinico ha così la possibilità di consultare un documento che abbina il rigore scientifico nel far riferimento alle linee guida internazionali pubblicate sull’argomento a utili riferimenti alla specifica realtà clinico-epidemiologica e legislativa italiana.

Soltanto strategie diagnostiche basate su precisi criteri di appropriatezza si associano a vantaggi clinici superiori ai rischi potenziali (anche se bassi) dell’eventuale impiego scorretto delle metodiche di imaging cardiovascolare.

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