Risonanza Magnetica Cardiaca: cosa è e quando è utile

Cardiorisonanza Magnetica: in cosa consiste?

Nel corso di un esame RM la macchina invia segnali al corpo del paziente e ne riceve altri di ritorno, che vengono utilizzati per costruire immagini del cuore utili per riconoscere eventuali condizioni patologiche. La RM cardiaca è un esame semplice e incruento, che però richiede un certo grado di collaborazione da parte del paziente, che dovrà restare immobile e senza respirare (per brevi periodi) mentre le immagini vengono acquisite. Dopo aver rimosso abiti ed oggetti di metallo, il paziente dovrà indossare un camice monouso e sdraiarsi all’interno del magnete, che è costituito da un grosso tubo cilindrico. Per alcuni soggetti, la permanenza prolungata nello spazio limitato dalla struttura del magnete può essere fonte di uno stato d’ansia più o meno intenso, in genere superabile con un’appropriata preparazione del paziente basata sul colloquio e l’eventuale prescrizione di farmaci (ansiolitici). Nel corso di tutto l’esame, l’operatore addetto al controllo della macchina mantiene un costante contatto visivo ed acustico con il paziente (attraverso un apposito sistema di monitoraggio audio-video). Quando acquisisce le immagini, la macchina emette dei suoni intensi e ripetitivi; le orecchie del paziente vengono protette impiegando apposite cuffie. La RM cardiaca prevede la somministrazione di mezzo di contrasto (gadolinio) attraverso una piccola cannula posizionata in una vena del braccio. Al momento della somministrazione del contrasto può essere avvertita una fugace sensazione di fresco al braccio. Ogniqualvolta l’organismo entra in contatto con una sostanza estranea, le reazioni allergiche sono sempre possibili, ma queste sono estremamente rare (e in genere lievi) con i mezzi di contrasto impiegati in RM. L’esame ha una durata media di 30-40 minuti, ma può arrivare a superare i 60 minuti in casi particolari (es. patologie complesse, pazienti poco collaboranti, aritmie, ecc.).

Quando è utile?

Nell’ultimo ventennio, le applicazioni della RM cardiaca si sono estese ad includere pressoché tutti gli ambiti della patologia cardiovascolare. La metodica rappresenta il modo migliore per ottenere immagini da cui ricavare misurazioni precise delle dimensioni e della funzione delle camere cardiache e per valutare in maniera non cruenta la composizione tissutale delle pareti del cuore.  In generale, costituiscono una valida indicazione alla RM cardiaca tutti quei contesti clinici in cui le informazioni fornite dall’esame su morfologia, funzione, flussi e caratteristiche tissutali del cuore, in base al giudizio del cardiologo clinico, possono contribuire a definire la diagnosi e la migliore strategia di gestione nel singolo paziente. I sintomi principali delle condizioni che possono giovarsi del contributo diagnostico della RM cardiaca sono:
  • dolore toracico,
  • la dispnea,
  • la sincope ed il cardiopalmo.
Quindi, i laboratori di RM cardiaca sono principalmente frequentati da pazienti con diagnosi (o sospetta diagnosi) di:
  • cardiopatia ischemica;
  • miocardite;
  • cardiomiopatia aritmogena;
  • cardiomiopatia dilatativa;
  • cardiomiopatia ipertrofica;
  • valvulopatia;
  • patologie dell’aorta;
  • cardiopatie congenite;
  • pericardite;
  • masse cardiache.

Quando non è utile e/o rischiosa?

Prima di programmare una RM cardiaca gli operatori del Laboratorio di Cardiorisonanza sottopongono il paziente ad una serie di domande contenute in un apposito questionario (che sarà poi compilato in dettaglio subito prima dell’esecuzione dell’esame), allo scopo di valutare attentamente non soltanto il motivo della richiesta, ma anche l’eventuale presenza di condizioni che possono rendere difficoltoso o rischioso l’esame stesso. Non possono sottoporsi a RM cardiaca i soggetti non in grado di mantenere la posizione supina per l’intera durata dell’esame (30-40 minuti) o incapaci di mantenere brevi periodi di apnea (10-12 secondi). La presenza di alterazioni del ritmo cardiaco (aritmie) può rendere più lungo l’esame e portare ad immagini di qualità ridotta. Come conseguenza di interventi chirurgici o incidenti, l’eventuale presenza nel corpo del paziente di alcuni tipi di protesi, impianti o oggetti con componenti metalliche può rendere rischiosa per quel paziente l’esecuzione di una RM (rischio di lesione dei tessuti del paziente). In tal caso, il soggetto potrà essere indirizzato verso un diverso percorso diagnostico basato sull’impiego di test alternativi alla RM. Fortunatamente, nel corso di ultimi anni la maggior parte delle protesi e dei dispositivi impiantabili per uso medico (inclusi pacemaker e defibrillatori) sono stati modificati nella loro composizione in maniera da renderli compatibili con un esame RM eseguito seguendo le opportune precauzioni. In alcuni soggetti, la paura per gli spazi ristretti può scoraggiare all’esecuzione di una RM cardiaca, sebbene la claustrofobia vera, intesa come condizione psichiatrica, sia decisamente rara. In soggetti con severa disfunzione dei reni la somministrazione di mezzi di contrasto a base di gadolinio è scoraggiata, a meno che non ritenuta estremamente utile ai fini diagnostici.