RM e nuove evidenze sulla sicurezza nei portatori di pacemaker e defibrillatori
19 Marzo 2020In risonanza magnetica, la produzione di immagini si ottiene attraverso l’esposizione dei tessuti ad intensi campi magnetici e ad impulsi radio ripetitivi. In portatori di alcuni tipi di dispositivi medici, l’interazione di queste protesi con i campi magnetici e gli impulsi radio generati dalle apparecchiature di risonanza magnetica può mettere a repentaglio l’incolumità del paziente. Ad esempio, nel caso di pazienti cardiologici portatori di pacemaker o defibrillatori i rischi sono legati alla possibilità di indurre spostamento del generatore, riscaldamento degli elettrocateteri, aritmie o danneggiamento delle componenti elettriche. Per questo motivo, fino ad anni recenti la presenza di questi dispositivi ha rappresentato una classica controindicazione all’esecuzione di esami di risonanza magnetica.
In seguito, si è osservato che i dispositivi impiantabili utilizzati in cardiologia potevano essere ridisegnati, strutturandoli in maniera da non costituire più una fonte di rischio potenziale per il paziente. Questo purché gli esami di risonanza magnetica vengano eseguiti rispettando determinati requisiti relativi alle caratteristiche del paziente, al tipo di apparecchiatura ed alla tipologia di esame. Sono stati quindi progressivamente introdotti sul mercato molti modelli di pacemaker e defibrillatori etichettati come “MR conditional”.
Al tempo stesso, ricerche condotte su gruppi consistenti di pazienti portatori di pacemaker o defibrillatori tradizionali (non-MR conditional), ma moderni (costruiti dopo il 1996) hanno dimostrato che gli esami di risonanza magnetica possono essere ancora condotti mantenendo un elevato livello di sicurezza, purché vengano adottati adeguati protocolli di screening, preparazione, programmazione e controllo del dispositivo.
L’ultimo di questi studi è stato recentemente pubblicato sulla rivista Radiology ed ha incluso quasi 1500 pazienti con dispositivi non-MR conditional sottoposti ad esame di risonanza magnetica con apparecchiatura da 1,5 tesla.
Nel confermare la sostanziale assenza di rischi importanti per il paziente, gli Autori della Johns Hopkins University negli Stati Uniti sottolineano l’importanza di adottare una serie di precauzioni nell’eseguire l’esame, inclusi il monitoraggio continuo dei parametri vitali nel corso dell’indagine e l’attenta valutazione del dispositivo prima e dopo l’esame stesso. Nel corso dell’esecuzione di un esame di risonanza magnetica in portatori di pacemaker o defibrillatore è comunque presente un rischio potenziale di insorgenza di aritmie ed è pertanto raccomandata la presenza di operatori pronti al riconoscimento ed alla gestione di un eventuale emergenza cardiologica.
In generale, per la valutazione del profilo di sicurezza di eventuali impianti, protesi e materiali chirurgici gli operatori impegnati nell’esecuzione di esami di RM possono fare riferimento a siti web specifici (ad esempio www.mrisafety.com).