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Nel Regno Unito aumento straordinario dell’impiego clinico della RM cardiaca

21 Settembre 2020 By Il team di Cardiorisonanza.com
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Le indicazioni all’impiego clinico della RM cardiaca sono sempre più diffuse e consolidate. Tuttavia, il pieno sfruttamento della metodica è in molti casi limitato dall’eterogenea distribuzione di unità di RM cardiaca tra i vari Paesi e tra le diverse regioni all’interno di ciascun Paese.

Nel contesto europeo, il Regno Unito è certamente tra i Paesi in cui storicamente la risonanza magnetica cardiaca è maggiormente diffusa. Nel corso dell’edizione digitale 2020 del Congresso Annuale dell’European Society of Cardiology sono stati resi noti i dati di una survey condotta da parte della British Society of CMR, sull’impiego clinico della RM cardiaca nel Regno Unito. Nel corso del 2018, le ben 84 unità di RM cardiaca presenti nel Paese hanno eseguito 117.967 esami, con un incremento di quasi 6 volte rispetto a quanto misurato 10 anni prima (20.597 esami nel 2008). In base ai dati del 2018, nel Regno Unito sono stati eseguiti 1.776 esami per milione di abitanti, ma con marcate differenze regionali passando da 4.256 esami/milione nell’area di Londra a 396 esami/milione nel Galles. Anche il numero di esami eseguiti in un anno da ciascuna unità è molto variabile (media = 1.404 esami; range = 98-10.000). Nonostante l’enorme incremento osservato nel numero di esami eseguiti, il tempo medio di attesa dalla richiesta all’esecuzione dell’esame in regime ambulatoriale resta piuttosto elevato (circa un mese e mezzo). Nel Regno Unito, 2/3 dei medici impegnati nella refertazione sono rappresentati da cardiologi ed 1/3 da radiologi. Le cardiomiopatie, nella forma ischemica e non ischemica, giustificano >90% delle richieste.

Pur se limitati alla descrizione di un’unica realtà geografica, considerati nel loro insieme questi dati testimoniano un trend di esplosiva diffusione nell’impiego clinico della RM cardiaca nel corso degli ultimi anni. Inoltre, confermano la persistenza di alcuni elementi critici (disparità in termini di disponibilità e tempi di attesa) su cui convogliare le azioni di intervento finalizzate a garantire la piena fruibilità di un esame diagnostico così importante nella gestione dei pazienti cardiologici.

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